Piano Pastorale

«Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza,
che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia.
I valori tendono sempre a riapparire in forme nuove,
e di fatto l’essere umano è rinato molte volte
da situazioni che sembravano irreversibili.»

(Papa Francesco, EvangeliiGaudium, 276)

 

INTRODUZIONE

       L’Anno Pastorale 2018/2019 sarà caratterizzato dalla tematica Visitare gli infermi”, secondo le linee indicate dal Card. Sepe nella sua Lettera pastorale che prosegue l’approfondimento delle Opere di misericordia.

       “Visitare gli infermi è una tematica strettamente connessa con la fragilità umana, che sovente si rivela attraverso infermità che non riguardano solo il corpo, ma anche lo spirito e la fede. Infatti, fragile è, per definizione, ciò che si può rompere, una realtà segnata da scarsa resistenza. Riferita    all’esperienza umana, la fragilità ne sottolinea la dimensione di debolezza, di breve durata, di cagionevolezza, indica l’inclinazione delle persone a sbagliare. Fragile è un equilibrio interiore che si può rompere. Fragili sono le emozioni, le relazioni, le parole…

       Riconoscere le fragilità che sono in ciascuno di noi, accoglierle, imparare a fare i conti con esse nella concretezza della propria quotidianità è condizione essenziale per una vita più autentica. In fondo, letta così, la fragilità dell’esistenza oltre a rappresentarne un limite, può rivelarsi, nel contempo, un punto di forza, capace di esprimere al meglio il nostro essere cristiani.

       Per questo motivo, «Visitare gli infermi, prendersi cura della loro vita, assume allora una valenza profondamente religiosa, dal momento che farsi prossimo di chi soffre rappresenta un modo autentico ed emblematico, secondo l’espressione di Papa Francesco, di accostarsi alla carne viva e dolente di Cristo Gesù [che] ci chiede di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi.» (Card. Sepe, Lettera Pastorale, Visitare gli infermi, pp. 7-10).

       Siamo chiamati ad entrare in empatia con il prossimo dolente, bisognoso della cura che nasce dalla vicinanza dei cuori, dall’ascolto sincero del fratello, da quell’ascolto che «è cedere la parola, dedicare tempo e spazio all’altro, riconoscergli il diritto di essere sé stesso. È rispettare il suo campo, guardandosi bene dall’occuparlo.» (Card. Sepe, Lettera Pastorale, Visitare gli infermi, p.10).  Solo così, imitando Cristo, potremo essere portatori di speranza, di un modo nuovo di vivere la fede rendendola esperienza concreta di rinnovamento e ritrovare il valore dell’impegno per il bene comune.

       Come Operatori Pastorali, dobbiamo incarnare quella Chiesa pronta ad «uscire dai propri spazi, a guardare oltre sé stessa per incontrare i bisogni della gente e per mettersi a servizio del bene di tutti. […] con l’entusiasmo di chi sogna e s’adopera per una nuova alba di rifioritura civica e religiosa. [divenendo] una comunità ecclesiale capace di oltrepassare i propri recinti per andare a tutti i popoli e portare ovunque la luce del Vangelo [così da]trasformare le nostre comunità […] in laboratori dove apprendere l’arte del curare.» (Card. Sepe, Lettera Pastorale, Visitare gli infermi, pp. 2-15).

       Ci sia di sostegno e guida la Vergine Maria perché «se Lei si metterà al fianco dei nostri ammalati, di tutti gli oppressi della terra, accarezzandoli con materna amorevolezza, si asciugheranno le lacrime sui loro volti ed essi torneranno a brillare di fiducia nella vita.» (Card. Sepe, Lettera Pastorale, Visitare gli infermi, p.15). E la fragilità potrà davvero fiorire.

 

  • Nella stesura del presente Piano Pastorale, si è fatto riferimento principalmente ai documenti di seguito elencati:
    • Arcidiocesi di Napoli, “Andate in città”- Sussidio per una catechesi dentro le mura
    • Sepe, Lettera Pastorale, Visitare gli infermi

 

PIANO PASTORALE 2018-2019